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Nell'inchiesta per la compravendita di diritti cinematografici di Mediaset
Chiesto il rinvio a giudizio per Berlusconi
Con il premier altre 12 persone, tra cui Fedele Confalonieri. Le accuse: frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita e, solo per alcuni degli indagati, riciclaggio
STRUMENTI
MILANO - Processate Silvio Berlusconi. Lo chiedono i pm di Milano Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale che, a distanza di quattro anni dall'inizio delle indagini, hanno depositato la richiesta di rinvio a giudizio per il premier e altre 12 persone nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte irregolarità nell'acquisto di diritti cinematografici da parte di Mediaset. Per un 14/o indagato, l'egiziano Farouk Agrama, detto Frank, è stato disposto uno stralcio per questioni tecniche, ma la Procura di Milano avrebbe intenzione di chiedere presto il rinvio a giudizio anche per lui.
Frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita e solo per alcuni di riciclaggio, i reati ipotizzati a vario titolo nell'inchiesta di cui rimangono aperti altri due stralci: quello riguardante i figli di Berlusconi, Marina e Piersilvio, e una terza persona, accusati di riciclaggio e ricettazione, e quello che vede indagati Silvio Berlusconi e l'avvocato inglese David Mills per corruzione in atti giudiziari, e il solo legale anche per falsa testimonianza. La Procura, nel filone principale, ha chiesto nei giorni scorsi il processo, tra gli altri, per: Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset; Candia Camaggi (ex responsabile della Fininvest Service di Lugano); Giorgio Vanoni (funzionario di Fininvest); Daniele Lorenzano (responsabile dagli anni '80 degli acquisti di trasmissione sul mercato statunitense per il gruppo Fininvest e in seguito consulente per Mediaset). E ancora il banchiere italo-svizzero Paolo Del Bue della Arner Bank (ritenuto fiduciario della famiglia Berlusconi); Carlo Rossi Scribani (responsabile relazioni clienti della Arner fiduciaria) e ancora David Mills.
Le indagini presero il via nel giugno del 2001 dopo la trasmissione da parte delle autorità svizzere dei conti bancari delle società off-shore Century One e Universal One presso la Banca Svizzera Italiana di Lugano. Una rogatoria chiesta anni prima nell'ambito del procedimento sul consolidato Fininvest a cui ne seguirono altre in numerosi Paesi(dal Regno Unito alle Bahamas, dalle Isole Vergini Britanniche agli Stati Uniti, da Guernsey a Malta e all'isola di Man). Così i pm sono giunti al capo d'imputazione: per quanto riguarda l'appropriazione indebita gli imputati, dal 1988, si sarebbero appropriati «di risorse finanziarie della Società Fininvest Spa e, dal '95, di Mediaset spa effettuando plurime operazioni di trasferimento di ingenti somme di denaro - aventi la clausola in tutto o in parte fittizia del pagamento dei diritti televisivi - dai conti correnti della Silvio Berlusconi Finanziaria SA (dal 1995 Societe Finaciere Investissement) e dai conti correnti della società International Media services Ltd (posseduta da Mediaset al 99%) a favore dei conti bancari gestiti da fiduciari di Berlusconi», e dei conti delle società di Agrama, di Lorenzano, e intestati a società di comodo.
Gli inquirenti in questo capitolo parlano di 276,9 milioni di dollari, 9,4 miliardi di lire, 13,5 milioni di franchi svizzeri, 2 milioni di franchi francesi, 548.000 fiorini olandesi, a cui si aggiungono altre somme ancora da «quantificare». Per l'accusa, invece, la presunta frode fiscale ammonterebbe a oltre 120 miliardi di lire e per realizzarla gli imputati di sarebbero serviti di un sistema «elaborato negli anni '80, e da allora costantemente seguito, fino al '95». Il falso in bilancio, infine, sarebbe stato attuato per mascherare «ingenti fondi neri» in Svizzera, nel Principato di Monaco e alle Bahamas, per una cifra che si aggirerebbe attorno ai 170 milioni di dollari.
La notizia ha suscitato reazioni sia tra la maggioranza, che parla di «giustizia ad orologeria» che tra l'opposizione. Per il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi, «La macchina della giustizia a Milano è in perfetto orario, precisa come un orologio svizzero. Complimenti». Di «straordinario tempismo» parla Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore degli azzurri, «ancora una volta, con straordinario tempismo, un provvedimento giudiziario nei confronti di Berlusconi viene preso mentre è in corso un delicato passaggio politico o parlamentare. Nel novembre del '94 - dice Cicchitto - ci fu l'avviso di garanzia in diretta mondiale mentre era in corso la conferenza mondiale sulla criminalità a Napoli, per un reato che poi ha visto il premier assolto definitivamente con formula piena. Nel '96, alla vigilia delle elezioni politiche, partì l'inchiesta sulla base delle fantasiose dichiarazioni della contessina Stefania Ariosto, che recentemente il tribunale di Milano ha giudicato del tutto inattendibile (con altra assoluzione per Berlusconi). Adesso, addirittura, a tre ore dall'inizio del dibattito parlamentare sulla fiducia i pm chiedono il rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi nell'ambito dell'inchiesta sui diritti Mediaset. Sempre per straordinaria combinazione, proprio nel giorno delle dimissioni del premier in Senato sono state rese note le motivazioni del processo Sme-Ariosto, mentre quando, finite le consultazioni, Berlusconi si è recato al Quirinale per accettare con riserva l'incarico, il Gip di Milano ha concesso la proroga delle indagini per l'ipotesi di corruzione contestata allo stesso Berlusconi e all'avvocato Mills. È evidente che il rito dell'uso politico della giustizia viene ripetuto ancora una volta in presenza di un quadro politico comunque delicato».
27 aprile 2005