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Il parco tecnologico di Genova Erzelli cerca nuovi investitori

di Raoul de Forcade

3' di lettura

Un aumento di capitale da almeno 30 milioni di euro, da chiudere entro il 2018 con un nuovo investitore, per dare linfa al progetto del Great Campus di Genova, il parco scientifico e tecnologico in costruzione sulla collina degli Erzelli, nel Ponente cittadino. A due giorni dalla cerimonia di avvio, venerdì, dei lavori del primo lotto, da 30mila metri quadrati, del parco urbano che farà da cornice agli edifici dell’area, Luigi Predeval, ad di Genova High Tech (Ght), soggetto attuatore del progetto, fa il punto sui piani della società.

L’idea di creare un parco ad alta tecnologia a Genova è stata lanciata nel 2000 dal manager Carlo Castellano, allora al vertice di Esaote, che è stato ed è anche uno dei fondatori di Ght, nata nel 2003. Il capitale della società è attualmente detenuto per il 25% dal gruppo di imprenditori privati che la avviarono e per il 75% da Leonardo Technolgy con Banca Carige, Intesa Sanpaolo, Coop Liguria, Prometeo, Aurora Costruzioni, Talea ed Euromilano.

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Su un’area di 400mila metri quadrati, un tempo utilizzata prevalentemente come deposito per container, un investimento da 40 milioni fatto con fondi privati ha consentito di avviare la realizzazione di infrastrutture e strade, per dar vita a un nuovo spazio urbano dedicato all’open innovation. Lo sviluppo di questo progetto prevede la presenza di imprese e uffici, l’intera sezione di ingegneria della Scuola Politecnica di Genova, laboratori di ricerca, startup, un ospedale privato convenzionato, un asilo, servizi e spazi per le famiglie e aree dedicate a eventi culturali e allo sport .

Rispetto alla superficie complessiva del campus, 220mila metri quadrati saranno di parco verde pubblico, 90mila destinati a residenze, 60mila all’università. È in corso di realizzazione anche un piano per migliorare la viabilità della collina, nell’ambito del quale sono già stati ricostruiti gli accessi dall’autostrada ed è stata inaugurata una strada panoramica. Previsti anche collegamenti (uno tramite funivia) con ferrovia e aeroporto nonché interventi sulla viabilità genovese per migliorare l’accesso al Great Campus.

Attualmente nell’area lavorano 2mila persone, nelle 20 aziende già insediate, fra le quali Siemens , Esaote, Ericsson, Liguria Digitale, Talent Garden. Nella zona ha recentemente trovato spazio anche il Centre for human technologies dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit), con 70 ricercatori e 16 tecnici di 10 nazionalità che diventeranno, quando la struttura sarà a regime, più di 300. A ottobre 2017, inoltre, è stato siglato con Regione Liguria, Comune e università di Genova l’accordo di programma che prevede entro il 2023 il trasloco di Ingegneria a Erzelli. Proprio gli intoppi burocratici legati allo spostamento dell’università nel Great Campus sono una della reagioni che hanno contribuito a rallentare l’evoluzione del progetto.

«Dopo l’avvio del campus all’inizio degli anni Duemila - dice Predeval - la sua realizzazione è finita su un binario morto fino al 2007. Quando è entrato in Ght un gruppo di soci (quello che detiene il 75% della spa) che ha fatto ripartire il progetto, grazie a un aumento di capitale da 30 milioni. Ma il trasferimento di ingegneria, che è un passo fondamentale per consentire al campus di creare il giusto grado di contaminazione tra università e aziende tecnlogiche, è rimasto fermo al palo. Solo con l’arrivo del rettore Paolo Comanducci la situazione si è mossa. A gennaio 2017 abbiamo firmato l’accordo transattivo con l’università, la quale avrà 160 milioni, provenienti da Miur, Mise, Regione Liguria e Comune di Genova, per l’operazione». Ght cederà all’università il terreno dove edificare la nuova sede «nonché – prosegue Predeval – il progetto esecutivo» per realizzarlo.

Oltre che dell’università, però, il progetto ha bisogno di nuove risorse, perché, afferma il manager, «ci sono da costruire 230mila metri quadrati. I vecchi investitori non hanno intenzione di fare nuovi aumenti di capitale, anche perché hanno perso circa 20 milioni nel progetto. Stiamo quindi cercando, insieme a Carige, un nuovo investitore che ci dia il carburante per realizzare quanto resta da fare e ripianare il debito con la banca. Ci vogliono almeno 30 milioni. Carige, da parte sua, ha dato incarico a Kpmg per illustrare il progetto, che ha avuto decine di offerte non-binding. Ora si tratta di scegliere. L’investitore, peraltro, non deve avere fretta perché questo è un progetto immobiliare che richiede tempo. In ogni caso, pensiamo di poter concordare con la banca il nuovo investitore per settembre e di chiudere l’accordo entro il 2018. Poi cominceremo a costruire».

Intanto, rivela Predeval, ci sono sul tavolo le proposte «di due operatori italiani che potrebbero andare ad Erzelli. Si tratta di soggetti liguri che hanno diverse sedi e le vorrebbero raggruppare». Sul fronte della sanità, invece, «Great Campus prevede la presenza di un ospedale privato convenzionato. Hanno mostrato interesse per la struttura sia il San Raffaele che Humanitas».

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