Cronaca

Caso diplomatico nel Mediterraneo, il Viminale concede il porto sicuro alla nave spagnola con i migranti.

Ieri la Proactiva Open Arms, minacciata da una motovedetta libica, si è rifiutata di consegnare le persone salvate. Per 24 ore ha navigato senza il permesso di attraccare in Italia. Evacuata d'urgenza una neonata

1 minuti di lettura
Alla fine, dopo 30 ore in "ostaggio" di un braccio di ferro diplomatico nel Mediterraneo, dal Viminale è partito l'ordine di far attraccare la nave della Ong spagnola a Pozzallo. E la Proactiva Open Arms, con il suo carico di 218 persone a bordo ha girato la prua verso la Sicilia dove arriverà non prima di domani.
Poche ore prima, le autorità maltesi avevano accolto l'appello ad evacuare con urgenza un neonato in condizioni gravissime e la madre.

Si è sbloccato così, grazie alla formale richiesta del governo spagnolo a quello italiano,il caso "diplomatico" esploso ieri nel Mediterraneo. Sfuggita ieri dopo un inseguimento durato almeno un paio d'ore ad una motovedetta libica che minacciava di aprire il fuoco se non avessero consegnato le donne e i bambini salvati nel corso di un soccorso ad un gommone nel Mediterraneo, da diciotto ore la nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms con 218 migranti a bordo aspetta ancora di avere assegnato  il "porto sicuro" in cui sbarcare le persone salvate.

Oscar Camps, team leader della nave, dice: "Navighiamo da ieri verso nord in attesa di istruzioni. Per avere rifiutato di dare ai libici le persone salvate, come prevede il protocollo europeo, non siamo attualmente assegnati a nessun porto in Europa. Il nostro team medico sta seguendo i casi più gravi a bordo in attesa di conoscere le decisioni della Guardia costiera italiana. Abbiamo casi gravi a bordo. Chiediamo la loro evacuazione immediata".

L'incidente che ha visto protagonista la Proactiva Open Arms si è verificato ieri pomeriggio a 70 miglia dalle coste libiche. Gli spagnoli, su indicazioni della sala operativa di Roma, avevano individuato un gommone con 150 persone a bordo, alcune delle quali già in acqua. Mentre erano in corso le operazioni di soccorso, è arrivata una motovedetta libica che, armi puntate, ha minacciato di aprire il fuoco comntro i volontari se non avessero consegnato loro le donne e i bambini già salvati. I libici sono anche saliti a bordo delle scialuppe che gli spagnoli avevano messo in mare cercando di fare pressione, ma alla fine la Ong ha resistito e, al termine di un lungo inseguimento, si è allontanata verso la zona nord in attesa di ricevere istruzioni dalla Guardia costiera italiana.

Il senatore Luigi Manconi, che ieri ha parlato con il ministro delle Infrastrutture Graziano Del Rio, dice: "La Guardia costiera italiana ha detto alla nave che deve essere il governo spagnolo a chiedere al governo italiano la concessione di un porto dove approdare". Una prassi fino ad ora assolutamente inedita che sarebbe stata confermata a Manconi questa mattina dal ministro dell'Interno Minniti in Niger per una riunione.