Navajo

popolo nativo americano
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I Navajo o Navaho (Diné oppure Naabeehó in navajo) sono un popolo nativo americano stanziato nell'Arizona settentrionale e in parte dei territori dello Utah e del Nuovo Messico. Attualmente formano il gruppo etnico più consistente fra i nativi americani.

Navajo
Diné, Naabeehó
Alcuni Navajo famosi
 
Popolazione300.048 (2011)
Linguainglese, Lingua navajo
ReligioneChiesa nativa americana, Cristianesimo
Distribuzione
Arizona140.263
Nuovo Messico108.306
Utah51.479

Note etniche e linguistiche modifica

Il nome Navajo deriva dal termine Navahuu che in lingua Tewa, parlata da alcune popolazioni del sud ovest, significa Campo coltivato in un piccolo corso d'acqua. In lingua navajo si usa il termine Diné (talvolta citato nella letteratura come Dineh) che significa Il popolo.

Dal punto di vista etnico i Navajo appartengono al ramo athabaska meridionale, originario dell'Alaska e del nord del Canada e in realtà appartengono all'insieme delle nazioni Apache che intorno al 1500, provenienti dal nord, si stanziarono in un vasto territorio che si estende dall'Arizona al Texas occidentale e dal Colorado al nord del Messico entrando in conflitto con le popolazioni Pueblo che vivevano in quei territori. A differenza delle altre popolazioni amerinde gli Apache non avevano una sola identità di nazione o tribù, ma erano distinti in clan o gruppi familiari estesi, fondati su base matrilineare (gli uomini andavano a vivere presso la famiglia della sposa). Ciascun gruppo si considera una nazione.

Dal punto di vista linguistico la lingua navajo appartiene al gruppo delle lingue athabaska della famiglia Na-dene, la stessa tipologia linguistica degli Athabaska del nord e degli Apache in senso stretto.

Storia modifica

 
Nativi Navajo nel 1902

I Navajo discesero dalle regioni fredde dell'America settentrionale e si insediarono, poco prima del contatto con gli Europei nel bacino del San Juan, affluente del fiume Colorado, intorno al 1500 in parte dei territori degli attuali Colorado, New Mexico e Arizona. Da popolo di invasori si trasformarono in una nazione seminomade vivendo principalmente di agricoltura e secondariamente di allevamento. Con il passare del tempo questa attività li distinse culturalmente dal resto delle tribù del ceppo degli Apache, dal momento che le altre popolazioni indiane e gli spagnoli identificavano i Navajo come una tribù di abili coltivatori.

Una prerogativa condivisa con il resto delle popolazioni Apache era il frequente ricorso alla razzia ai danni di Europei e Pueblo allo scopo di incrementare la proprietà in cavalli e pecore. Contrariamente a quanto si crede nell'epopea western, gli Apache e i Navajo non avevano il culto della guerra e nella loro struttura sociale mancavano associazioni assimilabili a società di guerrieri come nelle popolazioni delle Grandi Pianure: i fatti di guerra consistevano principalmente in razzie e azioni di guerriglia tese spesso a sfuggire alle rappresaglie. Il valore individuale nella cultura Apache e dei Navajo si misurava non nell'atto di coraggio bensì nell'efficacia della razzia e nell'entità dei beni posseduti (cavalli e bestiame). La guerra pertanto assumeva i caratteri di una tattica di guerriglia in cui si evitava lo scontro fine a sé stesso, ma era dettato dalla volontà di giungere ad uno scopo economico.

La struttura sociale delle nazioni Apache e dei Navajo, polverizzata in gruppi familiari estesi senza livelli di organizzazione di grado più alto, il rifiuto della guerra in campo aperto, il ricorso alla razzia come attività economica resero queste popolazioni avversari difficili per gli Stati Uniti e in effetti furono tra le ultime nazioni indiane ad arrendersi definitivamente.

In prossimità della Guerra di secessione americana, il governo degli Stati Uniti per garantirsi l'appoggio dell'Arizona e del New Mexico decise di porre fine al problema delle razzie e di confinare con le popolazioni più bellicose, in particolare i Mescaleros e i Navaho a Bosque Redondo, una riserva del Nuovo Messico. L'operazione contro i Navajo, di cui fu incaricato il colonnello Christopher Carson, si sarebbe dovuta svolgere pacificamente per mezzo di trattative, tuttavia la difficoltà di trattare con un'organizzazione sociale polverizzata e dispersa in un vasto territorio portò ad una campagna di guerra durata quasi un anno (1863-1864). Le conseguenze furono oltre 1000 caduti durante la guerra ai quali si aggiunse la deportazione a piedi di circa 8000 Navajo verso Bosque Redondo con una marcia forzata di 300 miglia, nel corso della quale persero la vita le persone più deboli.

Il confinamento a Bosque Redondo, durato 5 anni, è segnato come la pagina più nera della storia dei Navajo. La riserva era ubicata in un territorio malsano, quasi privo di vegetazione e poco votato all'agricoltura. I rifornimenti di vettovaglie da parte dell'esercito erano scarsi e di cattiva qualità ed erano frequenti gli scontri con i Mescaleros, con i quali si condivideva il confinamento.

Nel 1868 venne stipulato un trattato fra i Navajo e il governo degli Stati Uniti che pose fine al confinamento a Bosque Redondo e definì i confini di una nuova riserva posta a cavallo fra gli stati americani di Arizona, New Mexico e Utah che costituì la base della riserva Navajo definitiva, chiamata anche Navajo Nation.

Il ritorno ai territori d'origine segnò una drastica mutazione nella storia dei Navajo. La popolazione tornò all'attività agricola ma intensificò l'allevamento, l'artigianato (in particolare la tessitura e la lavorazione dell'argento) e cessò con le razzie. Diversi Navajo integravano il reddito, quando non era sufficiente, con il lavoro salariato. Il nuovo corso fu così favorevole che la ricchezza dei Navajo crebbe a livelli tali da spingere il governo degli Stati Uniti a regolamentare l'incremento dei capi di bestiame allevati a causa dell'eccessivo numero.

Il popolo dei Navajo conta oggi oltre 300.000 persone e costituisce il secondo gruppo etnico più numeroso fra i nativi americani dopo quello dei Cherokee, stanziato in un territorio del nord est dell'Arizona. Il territorio dei Navajo, che supera in estensione ben 10 dei 50 stati degli USA, gode di autonomia amministrativa e la nazione rappresenta uno dei pochi esempi di conservazione di una forte identità amerindia all'interno della società statunitense. Pur mantenendo vivi i propri valori (lingua, cultura, tradizione), i Navajo si sono adattati al progresso nell'ultimo secolo organizzandosi in una struttura sociale autonoma moderna e integrata come nazione all'interno di una nazione.

Uno degli elementi di vanto dei Navajo come cittadini americani fu l'uso della lingua dei Navajo come codice di comunicazione durante la seconda guerra mondiale e il fondamentale apporto dato ai risultati delle battaglie dell'esercito americano contro i giapponesi da parte dei code talker Navajo (letteralmente "coloro che parlano il codice"). La lingua navajo, una lingua complicata e a quel tempo praticamente sconosciuta in tutto il mondo al di fuori degli Stati Uniti, non fu mai decodificata dallo spionaggio giapponese[1][2].

Arte modifica

L'arte dei Navajo, che ha subito l'influenza della cultura ispanica, è incentrata su tre differenti ambiti:

Mitologia modifica

L'immaginario metafisico non è rivolto verso l'alto, come per le culture occidentali, ma verso il basso. Verso le originarie forze della profondità terrestre. Particolare importanza hanno anche le montagne. Narrano di più ere del mondo, ciascuna distrutta da un cataclisma. Infine parlano di due Gemelli analoghi agli Eroi gemelli Maya.[senza fonte]

Citazioni e omaggi modifica

  • Nell'albo a fumetti western Tex, il popolo dei Navajo accoglie il protagonista Tex Willer dopo il suo matrimonio con Lilith, figlia del capo Freccia Rossa; Tex prenderà il nome di Aquila della Notte e diverrà anni dopo il capo di tutte le tribù Navajo.
  • Una delle canzoni della cantautrice Elisa si intitola Yashal, che in lingua navajo significa "Evviva la vita".
  • Kai Green, della serie televisiva animata Ben 10, è di origine Navajo.
  • Spirit, personaggio della linea di giocattoli G.I. Joe, è un Navajo il cui nome civile è Charlie Iron-Knife (coltello di ferro)
  • Ai codetalkers è stato dedicato il film Windtalkers, diretto da John Woo con Nicolas Cage
  • Thorn Kitcheyan, detto Saguaro, protagonista dell'omonimo fumetto della Bonelli, è un nativo americano di origini Navajo.
  • Nel videogioco Beyond: Due Anime, la protagonista Jodie viene ospitata in un ranch Navajo.
  • Code Talker è il nome di un personaggio navajo in Metal Gear Solid V: The Phantom Pain.
  • Sono riferimento costante in Alone in the Dark 3, è presente un libro, Book on Navajo Traditions, la trasformazione in puma avviene grazie alle forze magiche Navajo.
  • La GMT Games ha prodotto un gioco da tavolo, Navajo Wars, che narra la storia delle guerre Navajo tra il 1598 e il 1864.

Note modifica

  1. ^ (EN) Navajo Code Talkers, su World War II U.S. Marine Raiders. URL consultato il 15 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2010).
  2. ^ (EN) History of the Navaho Nation, su Official site of the Navaho Nation. URL consultato il 15 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2011).

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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