Vermondo Brugnatelli

linguista e saggista italiano

«Eravamo tutti seduti intorno al fuoco, con i cugini, le cugine, le zie e il vecchio zio malconcio e ripiegato nella sua lunga jallaba rappezzata … Allora la voce faceva risonare alta la formula iniziale: Amashaho!»

Vermondo Brugnatelli (Milano, 19 ottobre 1953) è un linguista, saggista e glottologo italiano, reputato fra i massimi studiosi contemporanei della lingua berbera.

Vermondo Brugnatelli

Biografia modifica

Discendente di Luigi Valentino Brugnatelli - uno dei primi editori in Italia - omonimo del nonno avvocato Vermondo Brugnatelli sr., nasce secondogenito e primo maschio degli otto figli dell'avvocato Edoardo Brugnatelli e di Maria Modesta Moreno. È fratello maggiore del noto editor Mondadori Edoardo Brugnatelli jr. Si è laureato nel 1979 in Lettere classiche, con una tesi sulla storia linguistica dell'area glottologica camito-semitica. Dal 1992 dirige il Centro Studi Camito-Semitici di Milano ed è condirettore (insieme con Francesco Aspesi) delle collane "Studi Camito-Semitici" e "Materiali didattici", pubblicate dallo stesso Centro.

Presidente della Associazione Culturale Berbera e animatore della pubblicazione Awal n Tmazight (La voce berbera), su Internet ha promosso l'attivazione e cura tuttora l'edizione in lingua berbera di Wikipedia[1], una enciclopedia libera a redazione popolare.

È professore associato all'Università degli Studi di Milano Bicocca. Partecipa ed è membro di numerosi sodalizi ed organizzazioni o istituzioni scientifiche di glottologia e linguistica.

Fra i numerosi incarichi di insegnamento, ha retto le cattedre di Linguistica strutturale (Indirizzo vicino-orientale) presso la Civica Scuola di Lingue Orientali del Comune di Milano, di Glottologia presso l'Istituto Universitario di Bergamo, di Dialettologia Berbera presso la Scuola di Studi Islamici dell'Istituto Universitario Orientale di Napoli, e di Linguistica Generale e Istituzioni di cultura araba alla Bicocca di Milano. Ha tenuto corsi di Linguistica Camito-Semitica presso l'Università degli Studi di Torino (cattedra di Filologia Semitica) e di "Lingua e Cultura Berbera" presso l'Università degli Studi di Milano (cattedra di Ebraico e Lingue Semitiche Comparate).

Fra le pubblicazioni, nel 1981 lo studio "Un nuovo arabismo sardo"[2] nel quale ha presentato sue risultanze circa l'influsso dell'arabo sulla lingua sarda. L'anno successivo "Questioni di morfologia e sintassi dei numerali cardinali semitici",[3], considerato da diversi studiosi di rilevante importanza specifica anche metodologicamente[4]. Nello stesso anno ha pubblicato Note di geografia linguistica berbera[5].

Lavori successivi hanno riguardato l'onomastica, la numerazione e l'onomastica domestica[6] ad Ebla (di cui ha analizzato anche le misure di capacità[7]), analisi comparative fra i costrutti genitivali camito-semitici ed indeuropei e sul causativo nella lingua aramaica e nella lingua semitica nord-occidentale, ed approfondimenti di diversi generi sulla cultura e sulle popolazioni di lingua berbera.

Nel 2013, in occasione del suo sessantesimo compleanno, è stato pubblicato un volume in suo onore, Tilelli. Scritti in onore di Vermondo Brugnatelli, per i tipi di Caissa Italia[8].

Opere principali modifica

  • Questioni di morfologia e sintassi dei numerali cardinali semitici, Firenze, Nuova Italia, 1982
  • (a cura di) Fiabe del popolo tuareg e dei Berberi del Nordafrica, Milano, Mondadori, 1994
  • (a cura di) Fiabe del Sahara, Milano, Mondadori, 1996
  • (a cura di) Fiabe algerine, Milano, Mondadori, 1996
  • (a cura di) Fiabe del Marocco, Milano, Mondadori, 1997
  • "Muhend U Yahia (Abdellah Mohia). Il traduttore di Pirandello in berbero", Diario, 9:48 (2004), p. 64
  • "La famiglia delle lingue afro-asiatiche (o camito-semitiche)", in Emanuele Banfi, Nicola Grandi (a cura di), Le lingue extraeuropee: Asia e Africa, Roma, Carocci, 2008, pp. 443–487
  • (con M. Lafkioui, a cura di) Berber in Contact: linguistic and socio-linguistic perspectives, Köln, Köppe, 2008
  • "Lingue pre-arabe dell'Africa Settentrionale: 30 anni di studi libico-berberi", AIΩN 30[9]

Note modifica

  1. ^ La Wikipedia in berbero
  2. ^ Vermondo Brugnatelli, Un nuovo arabismo sardo, in Studi Mediolatini e Volgari n. 28 (1981), 5-9.
  3. ^ id, Questioni di morfologia e sintassi dei numerali cardinali semitici, Firenze (Nuova Italia), 1982, xvi-167 pp.
  4. ^ Sulla metodologia dello studio, cfr. Jean Margain, in Etudes théologiques et religieuses n. 58 (1983), 250-1: «Un travail d'une telle qualité, qui nous paraît un modèle du genre», e Riccardo Contini, in Oriens Antiquus n. 25 (1986), 144-7: «per la ricchezza di dati e di spunti che contiene..., la lucidità nell'argomentazione comparativa e l'originalità delle conclusioni rappresenterà il punto di riferimento indispensabile per ogni futura ricerca sui numerali semitici»
  5. ^ Vermondo Brugnatelli, Note di geografia linguistica berbera, in Atti SGM 22 (1980-81) [1982], 37-49.
  6. ^ I nomi di parentela a Ebla
  7. ^ Misure di capacità a Ebla
  8. ^ Copia archiviata (PDF), su caissa.it. URL consultato il 24 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  9. ^ Pagina di Vermondo Brugnatelli

Bibliografia modifica

  • AA.VV., Tilelli. Scritti in onore di Vermondo Brugnatelli, Bologna, Caissa Italia, 2013, ISBN 978-88-6729-016-1

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN5053603 · ISNI (EN0000 0000 7834 4226 · SBN CFIV074725 · BAV 495/365889 · LCCN (ENn88275263 · BNF (FRcb126745786 (data) · J9U (ENHE987007259007905171 · CONOR.SI (SL314359651 · WorldCat Identities (ENlccn-n88275263