Ettore Baldassarre

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Ettore Baldassarre
NascitaTrani, 27 aprile 1883
MorteMarsa Matruh, 26 giugno 1942
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armata Regio Esercito
Armaartiglieria
Anni di servizio1903 - 1942
GradoGenerale di divisione
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Comandante di58ª Divisione fanteria "Legnano"
132ª Divisione corazzata "Ariete"
XX Corpo d'armata corazzato
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino
dati tratti da Le Medaglie d'oro al Valor Militare volume 2 (1942-1959)[1]
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Ettore Baldassarre (Trani, 27 aprile 1883Marsa Matruh, 26 giugno 1942) è stato un generale italiano, veterano della guerra italo-turca e della prima guerra mondiale. Nel corso della seconda guerra mondiale fu comandante della 132ª Divisione corazzata "Ariete" e del XX Corpo d'armata corazzato, decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Insignito anche della Croce di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia e di una Medaglia di bronzo al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Trani, provincia di Bari, il 27 aprile 1883, figlio di Michele e Amalia Manganaro[2] Trasferitosi al seguito della famiglia a Messina, li vi conseguì la licenza liceale.[3] Arruolatosi nel Regio Esercito, entrò come allievo ufficiale nella Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino, da cui uscì con il grado di sottotenente assegnato all'arma di artiglieria nel 1903.[2] Promosso tenente nel 1905, fu assegnato in servizio al 3º Reggimento artiglieria da fortezza,[2] frequentando successivamente la Scuola di applicazione d'arma a Torino, ottenendo nell'esame finale il più alto punteggio fino ad allora raggiunto.[3] A partire dall'ottobre 1911 prestò servizio in Libia nel corso della guerra italo-turca, rientrando in Patria nell'ottobre 1912, promosso capitano a scelta e decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare.[2]

Nel novembre 1914 fu posto al comando del servizio aerostieri dell'arma di artiglieria, distinguendosi nel corso della prima guerra mondiale durante le battaglie sull'Isonzo, sul Carso e sull'altipiano di Asiago. Promosso maggiore fu comandante di un gruppo di artiglieria pesante campale, ed al termine del conflitto era comandante dell'artiglieria della 3ª Armata, promosso tenente colonnello per meriti eccezionali.[2]

Nel 1920 fu assegnato in servizio all'Ispettorato dell'artiglieria, compiendo numerosi studi sul tiro e sulla regolamentazione del tiro dei pezzi d'artiglieria, confluite nella compilazione delle Istruzioni di Artiglieria[3] per i quali fu promosso colonnello per meriti eccezionali.[2] Tra il 1931 e il 1933 fu comandante del 6º Reggimento artiglieria campale, e poi Commissario generale per le fabbricazioni di guerra. Il 1 gennaio 1935 fu promosso generale di brigata, assumendo il comando dell'artiglieria del Corpo d'armata di Milano.[3] Il 30 giugno 1938 fu promosso generale di divisione, divenendo comandante della 58ª Divisione fanteria "Legnano" in sostituzione di S.A.R. il Duca di Bergamo.[3] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, assumeva quello della 132ª Divisione corazzata "Ariete" trasferita successivamente in A.S.I..[2] Dopo la riconquista della Cirenaica fu insignito della Croce di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia.[3] Rientrò in Italia nel luglio 1941 per assumere le funzioni di Direttore superiore del Servizio Tecnico, incarico che lasciò nel marzo 1942 per assumere quello di comandante del XX Corpo d'armata corazzato in A.S.I., in sostituzione del generale Francesco Zingales[2]

Mentre effettuava una ispezione sul fronte di Marsa Matruh rimase gravemente ferito nel corso di un bombardamento aereo.[1] Trasportato in un posto di medicazione decedeva, poco dopo aver subito un'operazione per tentare di fermare la devastante emorragia, il 26 giugno 1942.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 12 gennaio 1942[4]
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Valente artigliere. Tecnico insigne. Già distintosi per capacità, coraggio e sprezzo del pericolo in numerosi combattimenti ha, quale comandante di grande unità, contribuito in modo decisivo a vittoria riportate dalle nostre armi in aspre battaglie. Incurante di ogni rischio, mosso dal desiderio di portare la sua parola incitatrice alle truppe, era sempre tra i suoi soldati nei punti più esposti. Durante la preparazione di un attacco veniva gravemente ferito in seguito a un bombardamento aereo, mentre trovavasi tra le truppe di prima schiera. Malgrado la conseguente fortissima emorragia, consentì di essere trasportato al posto di medicazione solo dopo aver dato le direttive per la prosecuzione dell'azione a chi doveva succedergli nel comando. Trasportato a una sezione di sanità, sopportava virilmente una dolorosa operazione chirurgica e decedeva poco dopo, pronunziando parole di fede nel felice esito della battaglia. Ain El Gazala, Bir Hacheim, Torbuk, Sidi El Barrani 16 Marzo - 26 Giugno 1942»
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato del 4 novembre 1946[5]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Addetti al comando d'artiglieria del corpo d'occupazione, disimpegnavano le loro mansioni con sangue freddo e noncuranza del pericolo, anche in zona esposta al fuoco nemico. Sidi Bilal, 20 settembre 1912

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Gruppo Medaglie d'oro al Valor Militare 1965, p. 40.
  2. ^ a b c d e f g h Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b c d e f Digilander Libero.
  4. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti l'11 settembre 1946, registro 17, foglio 351.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Cecini, I generali di Mussolini, Roma, Newton Compton, 2016, 2019.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Angelo Del Boca, Gli Italiani in Libia. Tripoli bel suol d'amore. 1860-1922, Bari, Laterza, 1986.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare volume 2 (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965.
  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army Vol.1, Botley, Osprey Publishing Company, 2000, ISBN 1-78159-181-4.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]