Green Pass obbligatorio da estetiste e parrucchieri: ecco com’è andata

La sensazione generale è che le restrizioni, che dal 20 gennaio coinvolgono anche parrucchieri e centri estetici, siano state ben recepite dagli esercenti fiorentini. «È una sicurezza in più» è il mantra che si ascolta nei saloni di bellezza, benché la curva epidemiologica di Omicron – la variante di covid-19 più diffusa nel Paese – stia ancora galoppando, avvicinandosi però, secondo gli esperti, al cosiddetto picco, ovvero il momento da cui successivamente i contagi diminuiranno per la definitiva discesa. Clientela informata, raccontano i professionisti interpellati nel nostro giro, e nessun problema al momento di accedere a trattamenti, tagli e messe in piega, anche perché la quasi totalità degli appuntamenti sono stati fissati telefonicamente. C’è chi ha provveduto ad avvisare la clientela anche tramite WhatsApp, sms e social, mentre sul fronte della cartellonistica non sono stati riscontrati particolari accorgimenti: «Ma con la pioggia molti aspettano di poter pulire le vetrine, poi la segnaletica verrà affissa», sottolineano alcuni parrucchieri - Video di Lorenzo Sarra /CorriereFiorentino Tv

Da Cna Benessere – rappresentanza dei settori di acconciatura, estetica, tatuaggi, piercing e sanità – è stato ravvisata qualche criticità nei giorni scorsi: «I saloni sono stati affollati da chi temeva di non poterli più frequentare liberamente». Anche Cna parla di norma accettata da gran parte del comparto, ma in vari casi non di buon grado. La misura, spiega la coordinatrice Elena Bardi, sarebbe infatti ben vista «come strumento per evitare eventuali future chiusure, ma non in maniera indolore e non all’unanimità». «In particolare – si legge in una nota dell’associazione – si lamenta il disagio al dover assolvere a compiti che esulano dalla professione, come quello di dover controllare, da semplici cittadini, altre persone. Inoltre la convinzione che il nuovo obbligo non sia così strategico per ostacolare la diffusione del virus perché il settore è, da sempre, da prima del Covid, sicuro, essendo chiamato a rispettare norme rigorose in materia di prevenzione della salute pubblica». La paura maggiore? Che i non vaccinati possano rivolgersi al comparto degli abusivi. «A tal proposito ricordiamo che per chi non vuole vaccinarsi c’è la possibilità di sottoporsi a tampone per recarsi nei propri saloni di riferimento. Certamente non si deve ripetere quanto già visto nei mesi passati, specialmente durante il lockdown, in cui si sono registrati casi preoccupanti di abusivismo», conclude Bardi. L’obbligo – di green pass, appunto, non di certificato vaccinale rafforzato, che non accetta più tamponi molecolari o rapidi – resterà in vigore fino al 31 marzo. Le multe per i trasgressori vanno dai 400 ai mille euro. Stessa sanzione per il titolare che non abbia effettuato il controllo o che abbia comunque consentito l’ingresso ai clienti sprovvisti della certificazione verde base. Nel caso in cui il dipendente acceda al luogo di lavoro senza pass, il datore di lavoro deve effettuare una segnalazione alla Prefettura ai fini dell’applicazione della sanzione amministrativa. In quest’ultimo caso è più salata: si va dai 600 ai 1.500 euro di multa.

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