Che ruolo hanno le donne all’interno della mafia? E com’è cambiato nel corso degli ultimi trent’anni? Dalle funzioni tradizionali di custodi del codice culturale mafioso, istigatrici di vendetta e merce di scambio nelle politiche matrimoniali a quelle più moderne di corrieri della droga, mediatrici finanziarie, messaggere e boss, il coinvolgimento femminile in Cosa nostra e nella ’ndrangheta è diventato sempre più attivo fino a mettere in crisi lo stereotipo della donna ignara delle attività criminali degli uomini della propria famiglia.
Questo fenomeno non è tuttavia il risultato di un’emancipazione, non solo perché l’inclusione in ambito lavorativo ha significato un ennesimo sfruttamento femminile, ma anche perché ai mutamenti nella divisione sessuale del lavoro non hanno corrisposto cambiamenti nel sistema delle relazioni di genere, che vincola ancora la donna al tradizionale patriarcato.
Attraverso l’esame di documenti giudiziari, ma soprattutto grazie alle testimonianze dirette dei protagonisti e dei collaboratori di giustizia, l’autrice restituisce uno spaccato inedito del sistema mafioso ricomponendo il complesso e contraddittorio universo femminile della mafia, in cui tratti di continuità convivono con elementi di rottura rispetto al passato. |