PUNTO 1-Mediobanca,sereno su Fonsai,non vedo vendette soci-Nagel a stampa

martedì 7 agosto 2012 10:56
 

(aggiunge dichiarazioni Nagel, contesto)

MILANO, 7 agosto (Reuters) - L'AD di Mediobanca Alberto Nagel è "sereno" in merito all'inchiesta condotta dalla Procura di Milano su un presunto patto segreto con la famiglia Ligresti nell'ambito del progetto Unipol-Fonsai e non ritiene che da parte degli azionisti di Piazzetta Cuccia ci sia al momento il desiderio di consumare vendette nei suoi confronti.

Lo dice lo stesso Nagel in un colloquio con il giornalista di Repubblica Massimo Giannini.

"Io sono sereno e ho fiducia nei magistrati che sono persone serie. Non so se rischio qualcosa nell'assemblea dei soci di ottobre. Per ora non mi pare che ci sia il desiderio di consumare chissà quali vendette", dichiara Nagel.

In tema di vendette il riferimento è alla sostituzione di giugno alla guida delle Generali di Giovanni Perissinotto con Mario Greco, scelta proposta proprio da Nagel, insieme a un gruppo di soci privati tra cui Caltagirone, De Agostini e Leonardo Del Vecchio.

La motivazione ufficiale è stata la delusione per i risultati gestionali ottenuti da Perissinotto. E' facile tuttavia mettere in relazione la sfiducia all'ex AD triestino con il sospetto di aver sostenuto Matteo Arpe e Roberto Meneguzzo, tramite i fondi Sator e Palladio, nella loro cordata alternativa a quella sostenuta da Mediobanca per il salvataggio di Fonsai.

"Quella di Arpe e Meneguzzo è una pura azione di disturbo", taglia corto Nagel. E su Perissinotto "la verità è semplice: è stato messo a riposo dopo tanti anni perché in Cda si è convenuto che i risultati della sua gestione non fossero performanti com'è giusto attendersi da un gruppo con il potenziale delle Generali", spiega poi il banchiere sottolineando che la valutazione "è stata condivisa da tutti" anche dall'imprenditore francese Vincent Bollorè.

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