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Politica

Quando Luigi Di Maio disse che le Ong sono taxi del mare. La polemica con Saviano

Ansa
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Polemica tra Roberto Saviano e Luigi Di Maio. Lo scrittore napoletano, in un lungo post su Facebook, attacca il candidato premier del Movimento 5 stelle perché ha negato di aver chiamato le Ong "taxi del mare" in un'intervista rilasciata all'agenzia tedesca Dpa.

"Luigi Di Maio pubblica un post su Facebook in cui definisce le imbarcazioni delle Ong impegnate a salvare vite umane "taxi del mare" - scrive -. Una dichiarazione che dà il via a una strategia politica criminale. Dopo il consenso mediatico di quella sua orrenda dichiarazione, Minniti ha avuto mano libera sugli accordi libici che l'Italia ha stretto con trafficanti inumani di esseri umani e non con un governo organizzato per fermare i flussi. Ora Di Maio nega di aver mai definito le Ong "taxi del mare". Chieda scusa, Di Maio, per aver gettato discredito su organizzazioni che al più sono sotto processo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina".

Nell'intervista - si legge sul sito della Dpa - Di Maio spiega di "non aver mai definito le Ong taxi del mare. Prestando attenzione alle indagini di alcuni pm italiani ho detto che alcune Ong mancano di trasparenza".

"Chieda scusa per aver fatto campagna elettorale (e questo governo, con Minniti, dopo di lui) sulla pelle di chi sta male, di chi merita una mano tesa e non le tante menzogne prodotte", attacca Saviano che si rivolge poi al pm di Catania Carmelo Zuccaro.

Lo scrittore continua: "Che fine ha fatto il Suo "mero sospetto" su alcune Ong che operavano nel Mediterraneo? Da nove mesi aspettiamo di sapere cosa ne sia stato del fascicolo conoscitivo sulle 7 Ong attive nel Mediterraneo con le loro 13 imbarcazioni che ha tanto pubblicizzato lo sorso aprile. Lo scorso aprile, ad ascoltare le dichiarazioni di Zuccaro c'era il politico sciacallo che ha aperto la strada al governo sciacallo perché, in questa continua guerra elettorale, ogni occasione è utile a raschiare consenso".

Saviano torna quindi sulle parole di Di Maio: "Ora vi racconto la storia di come, dalle dichiarazioni ardite di un magistrato che non ha disdegnato un po' di ribalta, la nostra politica sia riuscita a racimolare un consenso effimero sulla pelle di chi muore di stenti e di torture. E vi racconto anche la storia di chi, dopo aver cavalcato l'onda, credendo di averla fatta franca, si rimangia tutto: "Chi io? Mai detta una cosa del genere!".

E lo scrittore ripercorre anche il duro scontro che, in quei giorni, si registrò con lo stesso leader M5S. "Non contento Di Maio continua e due giorni dopo definisce di nuovo le Ong "taxi del mare" e chiama in causa anche me in un nuovo post. Minniti credo non aspettasse altro tanto che, nei giorni del protocollo imposto alle Ong e in quelli che sono seguiti all'accordo criminale con la Libia, personalmente ho iniziato a considerare Di Maio una pedina nelle mani di politici ben più navigati di lui. E poi ancora, sempre il 23 aprile, a Di Maio preparano un lungo post in cui però scorgo qualcosa inserito di suo pungo, e precisamente nel punto in cui mi definisce "ignorante". Solo lui può arrivare a tanto...".

Fuori dalla polemica, a proposito delle parole di Di Maio, riportiamo un lancio dell'agenzia di stampa Ansa del 30 aprile del 2017:

"Siamo di fronte a un fenomeno in cui delle imbarcazioni prendono dei migranti in mare, e non li salvano mentre stanno per affogare; per me sono taxi. Allora facciamo prima a mettere un traghetto Tripoli-Trapani". Lo ha detto Luigi Di Maio, intervistato da Massimo Giletti a "L'Arena" su Rai1. Il vicepresidente della Camera ha ribadito le proprie accuse alle Ong impegnate nel recupero dei migranti nel Mediterraneo.

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