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Il caso Craxi visto dalla Tunisia

Il caso Craxi, a quasi vent’anni dalla scomparsa dello statista socialista in esilio a Hammamet, di cui ieri 19 gennaio è stato il diciannovesimo anniversario della morte, non è nel programma della maggioranza di governo. Né di quello attuale né di quello precedente. Eppure credo che passi anche attraverso il “Caso C.” il futuro dell’Italia.…

Il caso Craxi, a quasi vent’anni dalla scomparsa dello statista socialista in esilio a Hammamet, di cui ieri 19 gennaio è stato il diciannovesimo anniversario della morte, non è nel programma della maggioranza di governo. Né di quello attuale né di quello precedente. Eppure credo che passi anche attraverso il “Caso C.” il futuro dell’Italia.

Non si conosce, a memoria di cronista, ad eccezione dell’Italia, una democrazia occidentale che abbia eliminato un suo protagonista, premier del governo più longevo della cosiddetta Prima Repubblica, lasciando che andasse a morire in esilio, in quella che era la casa delle vacanze a Hammamet.

Una democrazia occidentale non può consentire che un suo leader finisca nelle patrie galere con una dozzina e passa di anni di condanna. Non lo fecero gli USA, la più grande democrazia occidentale, per Nixon, non fu fatto in Germania per Kohl. Craxi andò con due regolari passaporti in Tunisia dove era per quello Stato rifugiato politico. E questo in base a un accordo Italo-tunisino degli anni ’60. La Tunisia lo ha accolto, protetto e curato.

In visita ad Hammamet con Stefania Craxi, figlia dello statista socialista, senatrice di Forza Italia, vicepresidente della commissione Esteri di Palazzo Madama, e la Fondazione Craxi, presieduta da Margherita Boniver, in questi giorni ho realizzato ancora di più lo schiaffo morale, politico e istituzionale che il piccolo Stato africano ha dato all’Italia.

Un Paese che probabilmente sul caso Craxi ha rischiato la sua stessa sicurezza nazionale. Perché questo si rischia sbattendo in galera un ex presidente del Consiglio o costringendolo di fatto a espatriare.

La piccola Tunisia si fece carico di una enorme responsabilità. In questo dimostrando una sensibilità politica, istituzionale e una civiltà giuridica che il nostro Paese non ebbe. Si parla tanto e in forma spesso retorica dei valori dell’Europa. Forse lo Stato africano della Tunisia su Craxi si dimostrò molto più “europeo” dell’Italia.

Ieri sera nella piccola chiesa cristiana di Hammamet, nell’omelia, durante la Messa per la commemorazione di Craxi, voluta dalla vedova, signora Anna, un prete il “Caso C.” lo ha risolto cosi: “Bettino ha amato e aiutato la Tunisia. Oggi Bettino è in Paradiso, vicino a Dio. Preghiamo per i nostri governanti”. Parole di un piccolo sacerdote di Hammamet.

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