La Cina blocca di nuovo l’accreditamento di Wikimedia Foundation all’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (WIPO)

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La Cina blocca di nuovo l’accreditamento di Wikimedia Foundation all’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (WIPO)

La Cina blocca per la seconda volta l’entrata di Wikimedia Foundation come osservatore presso l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (World Intellectual Property Organization, WIPO).

La candidatura alla WIPO, l’agenzia delle Nazioni Unite che sviluppa trattati internazionale su copyright, brevetti, marchi commerciali ed altre questioni collegate è stata ostacolata, per la seconda volta dopo gennaio 2020, dalla Cina, unico paese ad opporsi ufficialmente all’accreditamento di Wikimedia Foundation come osservatore ufficiale. Wikimedia Foundation presenterà di nuovo la sua candidatura per il ruolo di osservatore ufficiale nel 2022, ma WIPO potrà ammetterla solo se la Cina deciderà di ritirare il proprio veto.

Le motivazioni presentate dalla Cina consistono nell’insinuare che i progetti collegati a Wikimedia contengono una gran quantità di contenuti errati e favoriscono disinformazione in merito alla politica del “One-China-principle”. Il gruppo di Paesi industrializzati di WIPO ha espresso il proprio supporto alla candidatura di Wikimedia Foundation, tra questi gli Stati Uniti, diversi Stati membri dell’Unione Europea, Australia, Canada, la Santa Sede, Israele, Giappone, Nuova Zelanda, Norvegia, Svizzera, Turchia e Regno Unito. Poiché il voto deve essere unanime, ogni Paese può porre il veto sulle richieste di accreditamento di organizzazioni non governative.

L’attività di WIPO nell’elaborare regolamenti internazionali che hanno ripercussioni sulla condivisione di conoscenza libera, influenza anche la capacità di Wikipedia di fornire a centinaia di milioni di persone informazioni nella propria lingua madre.

L’assenza di Wikimedia Foundation da questi meeting priva le nostre comunità di un’opportunità per partecipare a questi processi”, ha dichiarato Amanda Keton, consigliere generale della Wikimedia Foundation.

Un vasto numero di organizzazioni internazionali e non-profit, come anche di compagnie private, sono osservatori ufficiali dei dibattiti e dei procedimenti di WIPO. Questi gruppi esterni offrono conoscenza tecnica, esperienza sul campo e varietà di opinione, che aiutano WIPO a svolgere il proprio mandato globale. Molte di queste organizzazioni hanno dei soci a Taiwan.

La Wikimedia Foundation – continua Amanda Ketonfa funzionare Wikipedia, una delle più popolari fonti di informazione per le persone di tutto il mondo. La sua esclusione crea un precedente preoccupante per altre organizzazioni, con o senza scopo di lucro, che si impegnano per promuovere l’accesso all’informazione, alla cultura e all’educazione. Rinnoviamo il nostro appello ai membri di WIPO, Cina compresa, ad approvare la nostra candidatura. La comunità internazionale deve assicurare la significativa partecipazione della società civile ai forum delle Nazioni Unite”.

«WIPO è un’istituzione che regolamenta il diritto d’autore a livello mondiale. Come Wikimedia Italia, grazie ai nostri volontari, seguiamo le sue attività da oltre dieci anni, appoggiamo il movimento di riforma di WIPO lanciato dalla dichiarazione di Ginevra del 2004 e abbiamo sottoscritto la dichiarazione a favore di una Organizzazione Mondiale della Ricchezza Intellettuale. Lavoriamo tutti i giorni per avvicinare il copyright ai bisogni di tutte le persone, quelle stesse che cercano informazioni su Wikipedia e partecipano a scriverla e migliorarla. Ci rattrista che Wikimedia Foundation non possa unirsi ufficialmente al gruppo di osservatori che presso WIPO tutela l’interesse generale della conoscenza libera», ha dichiarato Iolanda Pensa, presidente di Wikimedia Italia.

Wikimedia Foundation offre un’infrastruttura essenziale per la conoscenza libera e si impegna per un mondo in cui ogni persona possa avere libero accesso all’intero patrimonio della conoscenza umana.

Nell’immagine: Nuovo edificio WIPO in Ginevra, Stephen Mettler, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons.