Chi è entrato, chi è scappato e cosa c'è dentro alla iOS Developer Academy di Napoli

Quattro ore al giorno di lezione durante le quali si parlerà solo inglese, aula relax e una fantomatica astronave: un giro nella nuova scuola europea di Apple
Chi è entrato, chi è scappato e cosa c'è dentro alla iOS Developer Academy di Napoli
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Napoli — "Di là, di là! Dall'altro lato!", urla qualcuno in inglese, correndo. Gli studenti, prima fermi al piano terra della iOS Developer Academy, cominciano a correre. Tocca inseguirli per capire cosa vogliano fare: salutare Lisa Jackson, la vice presidente di Apple, che ha da poco finito il discorso di apertura per l'inaugurazione della prima scuola per sviluppatori iOS in Europa, nel nuovo campus dell'Università Federico II.

Giusto il tempo di dirle qualcosa, scattare un selfie di gruppo. Lisa Jackson è lì, in carne e ossa, e rappresenta tutto quello che si aspettano i 200 studenti che hanno passato l'esame d'accesso: un approccio diverso da quello che conoscono, un modo di lavorare che li proietti dritti nel mercato del lavoro. Insieme a gente che viene da altre regioni d'Italia e Paesi. Senza dover ricorrere alle ormai consumate fughe di cervelli, senza dover mettere gli zaini in spalla e andare via.

(Foto: Diletta Parlangeli)

Sulle attività della scuole e sull'edificio stesso, vige il riserbo. I diretti interessati hanno firmato un accordo di riservatezza: questo è il primo marchio made in Usa, così distante dall'approccio italiano, fatto di persone che chiedono, fotografano, e vogliono aprire le porte.

L'aula principale dell'Academy è al secondo piano di uno degli edifici del nuovo campus universitario di San Giovanni a Teduccio: qui un tempo risiedeva la fabbrica della Cirio. Dentro ci sono un bel po' di schermi Apple, enormi, ripetitori wireless (una ventina) e tavoli rotondi con le sedie rosse, perché qui si lavorerà solo in gruppo. Tutto connesso, neanche a dirlo. Il mobilio è di due colori: quello blu indica l'area relax, che è insonorizzata, perché quando si lavora, si lavora, ma le pause sono sacre. Il piano è enorme, con molte stanze in attesa di arredamento. Al piano di sopra invece, stanno costruendo quella che sarà un'altra parte fondamentale dell'Academy: non si sa bene cosa, ma la chiamano tutti "l'astronave", il che promette bene**.**

(Foto: Diletta Parlangeli)

I ragazzi arrivano alla spicciolata, in punta di piedi. Ancora non ci credono, che da lunedì inizieranno le lezioni. Quattro ore al giorno, dal lunedì al venerdì. Il primo gruppo di cento (suddiviso tra mattina e pomeriggio in sottogruppi di 50) inizierà i nove mesi di corso a breve, mentre l'altro, a gennaio. Il kit studenti prevede la dotazione, in comodato d'uso, di un Macbook Pro da 15" e un iPhone 6s con colore e spazio d'archiviazione variabili. Fine delle cose che è dato sapere.

In compenso, gli studenti hanno ben chiaro tutto quello che si aspettano dall'esperienza. Pierpaolo Sepe, 22 anni, è il secondo classificato. Studia informatica alla Parthenope, roba da esami su esami con lode: "Quando ho saputo che venivano a Napoli mi sono detto che dovevo assolutamente partecipare. Saranno 9 mesi intensi". Se non ora, quando? Mariarosaria Barbaraci ha 20 anni, studia ingegneria informatica alla Federico II e inizierà il corso a gennaio, anche se non vede l'ora di poter usare il kit e cominciare il lavoro. Nel frattempo proverà a dare esami, studiare qualcosa da sola, e migliorare l'inglese.

Le lezioni, a proposito, saranno tutte in inglese, così come è stato il test scritto d'accesso, scoglio che ha fatto desistere, pare, parecchie persone. "Gli iscritti erano 4700, ma quando quando è stato comunicato che i test si sarebbero svolti in inglese, si sono presentati solo in 1500", racconta Cristina Improta, 21 anni. Lei, nonostante il congelamento di carriera universitaria che questo percorso consente, ha tutta intenzione di finire almeno la triennale.

Ma la lingua non è stata l'unica difficoltà del test: "Richiedevano competenze specifiche, anche di linguaggi di programmazione che non abbiamo studiato all'università", commenta Cristina Salerno: "Si vede, che cercano competenze". Per candidarsi, infatti, non era necessario avere attestati — prassi che sta prendendo piede, se si considera anche l'esperienza di École 42 — e sembra che il punteggio minimo richiesto sia stato addirittura abbassato una volta visti i risultati, perché altrimenti sarebbe stato impossibile formare le classi.

Per logica, comunque, fanno eco tutti, si arrivava a rispondere alle domande più complesse, anche senza aver studiato Swift"Ho iniziato ad avvicinarmi alla programmazione con l'università, ma il primo pensiero che ho avuto è stato quello che avrei potuto farlo sin da piccolo", spiega Daniele D'Ambrosio, anche lui tra i 200, che già lavora e sta per mettere sul mercato un'app di videogioco in realtà aumentata. "Credo che chi ha idee e persino un animo artistico, possa essere in grado di sviluppare un'app. Lo sviluppo richiede logica, è quella che fa risolve i problemi".

Le storie sono tante. Sebastiano Santarpia ha fatto il test dopo essere stato scartato a un colloquio di un'azienda. Lo ha fatto quasi per rivincita, ed è passato. Ha 29 anni, sta intraprendendo gli studi per la magistrale, e dall'Academy si aspetta una "grande opportunità di crescita sia professionale che umana e un contesto dove si respirano culture differenti e anche percorsi accademici diversi".

(Foto: Diletta Parlangeli)

Il comune denominatore per tutti i ragazzi incontrati è proprio quello di acciuffare l'opportunità di conoscere metodi di lavoro e apprendimento nuovi. "Sono curioso di sapere se l'insegnamento sarà differente dall'insegnamento classico", dice Luca Ciliento, 21 anni. Un approccio che già respirano. "Ci trattano come delle star. È tutto intorno a noi, letteralmente, e gli ambienti sono studiati per farci collaborare": è questa la novità principale per Andrea Vultaggio, che arriva da Alcamo (Trapani) e già pensa a un prodotto tutto suo, "da cima a fondo".

Tutti pronti a rimpolpare le fila dei 75mila posti di lavoro creati, solo in Italia, dal mercato dell'App Store.